Vi siete mai soffermati davanti ad un’opera d’arte chiedendovi cosa stesse pensando l’autore nel momento della sua creazione? Adesso immaginate di potergli leggere nella mente e, perché no, di recuperare tutti quegli schizzi messi su tela prima del dipinto definitivo. Sembra impossibile, ma non lo è. Sapete che unendo IA e stampa in 3D è possibile ricostruire in parte o del tutto un’opera perduta? È il caso del The Lonesome Crouching Nude, il dipinto di Pablo Picasso ricostruito dalla Oxia Palus: un vero e proprio “miracolo” fatto ad arte. 

La grande bellezza nascosta

La bellezza di un dipinto spesso travalica i confini della sua cornice e si arricchisce di storie e leggende. Capita, poi, che alle spalle del disegno ufficiale si nasconda un’altra opera d’arte, magari incompiuta e probabilmente non in grado di soddisfare la tendenza al perfezionismo del pittore di turno. Un Ctrl + X meno moderno e immediato, ma ugualmente risolutorio. Ed è qui che la storia si complica, che il mistero si infittisce. Cosa stava disegnando Leonardo? Cosa stava pensando monsieur Monet?

Questa volta è toccato a Pablo Picasso, il folle genio del ‘900. The Lonesome Crouching Nude [1]: lo hanno chiamato così il dipinto dell’autore spagnolo che Oxia Palus, azienda specializzata nell’utilizzo della tecnologia per recuperare opere d’arte perdute, è riuscita a ricostruire e che era nascosto dietro ad un altro quadro, Il Pasto Cieco. Il nudo di donna, rimasto in incognito per ben 118 anni, sembrerebbe appartenere al periodo blu del pittore. Il nuovo disegno era già stato parzialmente svelato attraverso l’uso di raggi X [2] ma l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale ha permesso di poterlo ammirare in maniera più coerente a come era stato pensato.

Fig 1. – Il pasto del cieco – Fonte immagine: CNN

L’opera dell’Intelligenza Artificiale

Come anticipato, il lavoro di ricostruzione ha avuto inizio proprio dalle immagini a raggi X. Oxia Palus, poi, ha programmato l’intelligenza artificiale in modo da rifinire e completare il dipinto con le pennellate tipiche di Picasso, imitandone lo stile. Il risultato, che non includeva solo la colorazione del quadro ma anche lo spessore e le irregolarità della pittura, è poi stato stampato in 3D.

L’opera finale è stata sottoposta al giudizio di Ty Murphy [3], specialista di Picasso che lavora per un’azienda, la Domos Art Advisors, che si occupa di analizzare e valutare le opere d’arte. L’esperto picassiano ha promosso il prodotto finale perché, quanto ricreato dall’Intelligenza Artificiale, sembrerebbe effettivamente un quadro dell’artista. A detta del critico, infatti, soltanto con un’analisi più approfondita, un intenditore sarebbe in grado di scorgere diverse differenze. 

Fig 2. – The Lonesome Crouching Nude – Fonte immagine: CNN

Mai più opere perdute

Un tentativo andato a buon fine e che ci rende fiduciosi circa gli sviluppi a cui, unendo IA e stampa in 3D, assisteremo nei prossimi anni. Scoloriti, screpolati e in alcune parti del tutto cancellati: molti dipinti di inestimabile valore con il passare del tempo rischiano di deteriorarsi, andando così perduti per sempre. Ma siamo davvero disposti a rinunciare a tutto ciò? Probabilmente alcuni esperti d’arte, contrari all’utilizzo del machine learning per riportare in vita opere perdute, storceranno il naso. Tuttavia, è innegabile: le nuove tecnologie possono davvero “operare” con precisione chirurgica. Ed è vero, sì, sembrano compiere miracoli.